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Carciofi alla veneta e Sugo di gambi di carciofo

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Da sempre conosco questa ricetta e devo dire che è molto apprezzata anche dai miei.
I carciofi li acquisto possibilmente con i gambi molto lunghi e se sono al mercato, chiedo al commerciante se mi da qualche gambo in più.
Con i gambi faccio sempre un ottimo sugo che poi uso per condire la pasta. In genere cuocio i gambi insieme ai carciofi e aggiungo un po' di olio in più, per poter condire la pasta.
La foto non è mia, non ce l'ho a portata di mano, credevo di aver già pubblicato questa ricetta ma non la trovo.
Foto del web:  www.alberghiera.it

CARCIOFI alla VENETA
per 2 porzioni

4 carciofi
1 limone
4 cucchiai di pangrattato
1 spicchio di aglio tritato

prezzemolo tritato
olio di oliva
sale e pepe q. b.



Pulire i carciofi e immergerli in acqua e limone.
Allargare delicatamente i carciofi, riempirli con un trito di pangrattato, aglio, prezzemolo, sale e pepe
Disporli in piedi in una teglia oleata.
Bagnare con olio di oliva i carciofi, versare acqua sino a metà carciofo.
Coprire con un coperchio e cuocere a fuoco moderato finché l'acqua non si è asciugata.

Servire tiepidi.

*** a volte nel ripieno metto una buona cucchiaiata di formaggio montasio grattugiato.

*** una chicca in più ???
SUGO di GAMBI DI CARCIOFO
Pelate per bene i gambi, tagliateli a pezzetti e immergeteli nell'acqua e limone, scolateli e cuoceteli insieme ai carciofi con un pò di olio in più.
Con questo sughetto di olio e gambi di carciofo, condite un buon piatto di pappardelle.
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Charlotta di mele

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E' da tanto che volevo fare la torta Charlotta, ma mi sembrava tanto complicata ... e poi quando cercavo i biscotti savoiardi ^____^ non c'erano più, divorate dai miei Orsi.
In francese si dice Charlotte (Ciarlotte), ma il nostro gran cuoco Artusi, la chiamava Charlotta (Ciarlotta all'italiana). E' un'ottima torta che può essere semplice oppure elaborata, l'ho scelta semplice perchè ai miei piace di più così.
C'è una bellissima storia, ma ve la scriverò un'altra volta, ora accontentatevi di mangiarla con gli occhi.


CHARLOTTA di MELE RENETTE
Stampo per panettone Ø 18 alla base

300 g savoiardi
5 mele renette = a 1 kg circa
4 cucchiai essenza di spumadoro
50 g burro + altri 20 g
50 g zucchero
400 g marmellata di mirtilli rossi un vasetto intero distribuito dentro e fuori alla torta
50 g uvetta sultanina
200 ml circa di latte
Per spennellare
Marmellata di mirtilli rossi quantità a piacere, sciolta nell'acqua calda.

Sbucciare le mele renette, privarle del torsolo e tagliate a fettine.
In una padella capiente sciogliere 50 gr di burro a fuoco dolce, aggiungere le mele e sfumare con l’essenza di spumadoro (o in alternativa un altro liquore di vostro gradimento).
Unire  lo zucchero, amalgamare tutti gli ingredienti e continuare la cottura per qualche minuto a fuoco dolce.
Mescolare di tanto in tanto sino a spappolare le mele e aggiungere poca acqua durante la cottura se serve.
A cottura ultimata spegnere il fuoco e tenere a parte per lasciare intiepidire il composto.
Tagliare una delle estremità ai savoiardi, bagnarli leggermente nel latte e disporli intorno ai bordi  della tortiera.
Completato il rivestimento esterno, coprire il fondo con i pezzi di savoiardi rimasti e tenere a parte tutti i pezzi che avanzano comprese le briciole.
Unire la confettura di mirtillli rossi al composto di mele ormai tiepido, mescolare e versare tutto nella tortiera.
Livellare la superficie della charlotta.
Con un coltello eliminare le eccedenze dei savoiardi,  in modo che la base capovolta sia ben pareggiata. (i miei savoiardi erano un poco rammolliti e quindi ho piegato all’interno le eccedenze).
Cospargere i savoiardi rimasti, ben sbriciolati su tutta la superficie del dolce.
Sciogliere ancora poco burro e versatelo in modo uniforme sopra la charlotta.
Cuocere la torta nel forno già caldo a 180° per 35-40 minuti.
Lasciarla intiepidire su una gratella ed infine capovolgerla su un piatto.
Rimuovere la carta forno e lucidare il dolce spennellandolo con la confettura di mirtilli rossi passata al setaccio.
Conservare:
E’ una buona torta da servire ancora tiepida. e servitelo ancora tiepido.
Conservare:
conservare la charlotta di mele sotto una campana di vetro, per un massimo di due giorni.
A casa mia non resiste più di due giorni.

*** le uvette sono facoltative, avevo il sacchetto aperto e mi dispiacere lasciarle seccare ulteriormente
*** al posto dell'essenza di spumadoro usare un liquore a piacere
*** si può sostituire la marmellata con quella più gradita
*** le mele si possono trattare come si preferisce, con cannella, raspadura di limone e quant'altro ... queste cose non sono gradite e le ho omesse.





Savoiardi passati nel latte e guarnito le pareti della tortiera.

Mele intiepidite con aggiunta di marmellata e uvetta

Charlotta terminata, c'è da distribuire solo il burro fuso sopra ai savoiardi

Charlotta cotta e rovesciata

Charlotta spennellata con marmellata





Involtini di salsiccia

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Le giornate sono ancora fredde e una buona polenta calda ... quando ce vò ce vò.
Ma mica solo polenta miììì, degli ottimi involtini per accompagnamento e una insalatina di verzottino
ben condito e superi bene tutta la giornata.


INVOLTINI di SALSICCIA
per 2 porzioni

2 bistecche di vitellone
2 salsicce
battuto di verdure
solito dado granulare maggi
poco olio
sale poco e pepe se piace

Tutto a freddo ...
In una casseruola dai bordi alti, versare un goccio di olio, 1 cucchiaio di battuto di verdure e appoggiare i due involtini.
Aggiungere acqua e portare a bollore.
Abbassare la fiamma e cuocere piano per 20 minuti circa, aggiungere il dado granulare e continuare la cottura ancora per una 15na di minuti aggiungendo acqua calda per non restringere troppo il sughetto.
Preparare una buona polentina con 500 g di farina di mais gialla e portare a tavola ben caldo.

Polenta pasticciata

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La neve marzolina dura dalla sera alla mattina, se il freddo insiste, ti scaldi come meglio puoi e cosa c'è di meglio che usare ciò che hai e di creare buon cibo insieme ad un'atmosfera calda ... polenta calda, Orsotuo e tu ^____^



POLENTA PASTICCIATA
per 2 porzioni

250 g polenta avanzata
2 salsicce
1 pezzetto di carne lessa
6 fettine di gruviera (formaggio coi buchi

Affettare la polenta, dividerla per 2, mettere qualche fettina nel piatto, distribuire la carne macinata tritata e le salsicce sbriciolate sopra alle fette di polenta e coprire con la polenta rimasta.
Distribuire le fette di gruviera e infilare i piatti, uno per volta nel microonde per 5 minuti a 750 W.
Buon appetito.
Polenta carne lessa tritata e salsiccia sbriciolata.

Coperto con altra polenta e fette di gruviera.

Jota di patate-zucca

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Mai dire banzai, non è tempo di eliminare gli avanzi ...
Le zucche anche se sono piccole, per due sole persone sono sempre molto granci, e fai una cosa e fanne un'altra, alla fine ti avanzano solo due piccole fettine di zucca lessa.
Pensavo di fare il pane ma le ricette che mi piacciono hanno il lievito madre e io non ce l'ho. Non so mai come regolarmi trasformando il lievito madre in lievito di birra e quindi ho tagliato la testa al toro ... Se non è jota vera, sarà una jota di pata-zucca e via di corsa a preparare la cena che abbiamo consumato con gusto.


JOTA di PATAZUCCA
per 4 porzioni

2 fette di zucca lessata
3 patate medie lessate
50 g farina di mais fioretto (o anche altra farina)
1 litro di latte intero
1 scatola piccola di mais bonduelle
1/2 scatola di fagioli borlotti bonduelle
30 g di burro
sale

Sbucciare le patate, lavarle, tagliarle a pezzetti e cuocerle in poca acqua.
Quando sono cotte unire le fette di zucca, aggiungere un poco di latte e schiacciare tutto a purè.
Aggiungere il resto del latte con il sale e portare a bollore a fuoco medio.
Appena inizia a sobbollire, aggiungere la farina e mescolare in fretta con le fruste, in modo da non formare grumi.
Cuocere una decina di minuti e unire il mais e i fagioli.
Mescolare spesso, in pratica è una polenta che deve essere morbida, quindi se sta diventando troppo fissa, unire altro latte.
Il tempo di cottura varia da 30 a 40 minuti.
Portare in tavola ben caldo.
Io l'ho mangiato così nature, Orsomio ha aggiunto il latte freddo per raffreddarla un pochino.

Muffin di zucca e ...

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Mmmmhhh zucca zucca delle mie brame, quando ti taglio a fette mi piace metterti nel tegame !  e tanto per cambiare ti lavoro e ti ficco nei pirottini ... per fare dei muffini molto buoni  e golosini.
Ho pensato ai turbantini Ikea e ho usato ciò che avevo in casa.


MUFFINS di ZUCCA e ...
per 2 porzioni

i quantitativi sono a occhio
zucca lessata
cimette di cavolfiore bianco lessato
1 patata media lessata
1 hg mortadella
barbigli verdi dei cipollotti
1 cucchiaio di farina
poco olio
1 cucchiaino di aneto secco
sale e pepe

Schiacciare con i rebbi della forchetta la zucca, il cavolfiore, la patata.
Unire la farina, la mortadella tritata a coltello e dare una prima mescolata.
Aggiungere i barbigli dei cipollotti tritati a coltello, la farina, l'aneto, il sale e il pepe.
Amalgamare per bene e lasciare riposare una mezz'oretta.
Riempire i pirottini di carta tenuti in forma dai pirottini di silicone.
Versare un filino di olio su ogni muffin.
Cuocere nel forno già caldo a 180° per 30 minuti.
I panini sono di zucca (fatti dal mio panettiere).

Pronti da infornare

Una porzione con focaccia


Rimasti

Porzione con panini di zucca

Frittata rognosa con pomodorini al cartoccio

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Questa non è una frittata di quaresima, l'avevo fatta a novembre però le foto sono rimaste in archivio in attesa di tempi migliori.
Molto buona e saporita, così come lo sono questi deliziosi pomodorini fatti al cartoccio.
Al mio papà piaceva così la frittata, rognosa perchè era rugosa per la presenza di salame spezzettato o pasta di salame ben sbriciolata.
Era rognosa perchè non era una frittata liscia, peraltro era molto morbida e gustosa. Qui in Friuli, oltre ai salami e le salsicce buone, abbiamo anche lo speck e la pancetta di Sauris che tagliati a quadretti si prestano molto bene per tante preparazioni fra cui questa buonissima frittata.


FRITTATA ROGNOSA con 
POMODORINI  al  CARTOCCIO
per 2 porzioni

4 uova
60 g pancetta tesa affumicata
cipolla bianca
pomodorini ciliegini a piacere
burro per la frittata
olio per i pomodorini

Pomodorini al cartoccio:
Lavare,  tagliare a metà i pomodorini e collocarli in un contenitore appoggiati su carta forno.
Coprirli con cipolla a piacere, tagliata fine.
Condire con poco olio.
Salare, pepare e chiudere il cartoccio con la graffettatrice.
Infornare a 200° per 30 minuti circa.

Frittata:
Mettere in una padella antiaderente un pezzetto di burro con la cipolla affettata fine e la pancetta.
Rosolare finchè tutto ha preso un bel colore biondo.
Versare le uova, lasciare rapprendere un poco e poi cercare di girarla a pezzi.
Lasciare rapprendere le uova secondo vostre abitudini e servire a tavola nei piatti caldi.
In inverno riscaldo sempre i piatti sopra al calorifero, in modo che il cibo rimanga caldo più a lungo.

Burro cipolla e pancetta in fase di rosolatura.
 
Pomodori ciliegini conditi, ... chiudere l'involucro e infornare.

Gamberoni al verde

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Quando il mio Orsino scoprirà che ho preso i gamberoni per lui e poi mi sono dimenticata di cucinarglieli, mi tirerà le orecchie lunghe quanto quelle dei cocker.
Ormai lavora a viene a trovarci quando può e mamma prende questo e accantona l'altro, e cucina una cosa e (purtroppo) rimane indietro l'altra e così i gamberoni mi sono rimasti in fondo al congelatore.
Ora ho dovuto cucinarli, la scadenza era vicina ed era meglio provvedere ad una sistemazione adeguata
Il profumo era sublime, la famina tanta e quasi mi dimenticavo di fotografare ... meno male che qualche cosa era rimasto così avete l'idea dei miei preziosi gamberoni.
Ieri sera era rimasto un pò di sughetto e oggi ho condito un buon piatto di linguine. Soddisfatta.



GAMBERONI al VERDE
1 confezione di Gamberoni argentini

20 gamberoni surgelati
prezzemolo
1/2 limone buccia e succo compresi
olio
sale e pepe

Non ho tolto per tempo i gamberoni dal congelatore e quindi il lavoro l'ho fatto in due tempi.
Appoggiare i gamberoni sulla carta forno appoggiata sul vassoio del forno già caldo a 180° per 10 minuti.
Lasciare intiepidire, tagliare il carapace sulla schiena e toglierlo.
Togliere anche il filetto nero che è amarognolo.
Mettere i gamberoni spogliati in una terrina da forno ... (alcuni gamberoni li ho lasciati interi) ma  il mio metà, ha messo nel mio piatto quelli interi e si è preso quelli spogliati ... non gli piace fare fatica
^_____^.
Nel boccale del kenwood mettere il mezzo limone tagliato a pezzetti, olio sufficiente per condire, sale e pepe.
Frullare finchè diventa una cremina gialloverde.
Bagnare con questa cremina i gamberoni e rimetterli nel forno caldo per 15 minuti circa.





Lesso rifatto alla fiorentina

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Anni fa scrivevo in diversi forum di cucina, e questa che vi descrivo è una ricetta che ho pubblicato in cucinaitaliana.
A quei tempi non esistevano ancora le macchine fotografiche digitali, per cui la ricetta che ho trovato nel mio archivio è senza foto.
Naturalmente quando faccio il brodo, la carne lessa la consumiamo in diversi modi e così l'ho cucinata ancora, ma non ho mai pensato di pubblicare la ricetta e di fare una foto, ora che sono di digitale munita.
Quella che vi posto è una vecchia foto del web, purtroppo non so di chi sia.
La polenta calda è di rigore, appena fatta oppure affettata e passate sulla gratella.



LESSO RIFATTO alla FIORENTINA

Carne già lessata
Cipolle bianche o ramate a piacere
Pomodori maturi o pelati in scatola
Basilico
Olio d'Oliva
Sale e pepe

Tagliare a pezzetti i pomodori (se sono freschi, togliere la buccia e i semi)Mettere a rosolare le cipolle tagliate a fettine in una padella con l'olio e, quando sono ben dorate, aggiungere le fette di lesso.
Salare, pepare e lasciare insaporire per qualche minuto.
Aggiungere poi i pomodori e il basilico.
Cuocere, a fuoco medio e a recipiente coperto, per circa 10 minuti.

Al termine della cottura, sistemare le fette di carne nel piatto da portata con il loro intingolo e servire ben caldo in tavola.

Baccalà semplice

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Baccalà, amato da pochi e odiato da tanti, molto meglio un buon piatto di baccalà che una soglioletta costosa e poco saporita.
Mi accorgo quando metto ricette del baccalà, che gli interventi sono rari o nulli, però ogni tanto mi piace mettere le mie ricette  di questo pesce versatile e saporito.


BACCALA' SEMPLICE 
per 6 porzioni

1,200 kg di baccala' salato
6 patate medie
1 lattina di olive greche snocciolate
olio il necessario
sale ... attenti
pepe ... solo nei piatti non tutti gradiscono
io ho messo peperoncino

Dissalare il baccalà per 24-36 ore, in acqua fredda, cambiandola un paio di volte al giorno.
Risciacquare il baccalà e metterlo in una pentola con acqua fredda.
Portare a bollore e sobbollire per 20 minuti.
Togliere il pesce con la schiumarola e lasciarlo intiepidire in un piatto.
Nella stessa acqua bollire le patate spelate, lavate e tagliate a rondelle o a pezzi più o meno grossi secondo vostro gusto.
In una capiente terrina versare le olive scolate, il baccalà spelato e spinato e appena cotte anche le patate tolte con la schiumarola.
Conservare l'acqua di cottura.
Condire il tutto con olio, sale e pepe e mescolare.
Aggiungere un mestolo di acqua di cottura per rendere l'insalata più fluida ... quindi consiglio di non mettere molto olio per non appesantirla.
*** nell'acqua del baccalà potete aggiungere una foglia di alloro e aglio in camicia a piacere.
Personalmente preferisco lasciare il pesce senza ulteriori sapori.


Tegoline piattone dorate

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Mancano ancora pochi giorni ma ormai la primavera si sente anche qui in montagna, i passerotti cantano e nei prati non mancano bucaneve, primule e viole.
Sono giorni che il cielo è terso, il sole splende e nelle ore di punta scalda e invoglia a togliere piumini e golfoni.
E cosa c'è di meglio di una buona insalata di primavera ... magari le tegoline  o piattoni o come preferite, sono di serra, ma quando sono cotti, caldi, ben conditi e con delle colorate uova sode, danno un bel tocco di primavera in tavola ... anche se mancano ancora un po' di giorni.



TEGOLINE PIATTONE DORATE
per 2 porzioni

1/2 kg di tegoline o fagiolini piattoni (sono detti anche corallo)
4 uova sode
olio
aceto
sale e pepe
nel mio condimento ho messo anche un cucchiaino di curry

Cuocere le uova per 7 minuti (dal bollore), raffreddarli sotto acqua fredda ed infine sgusciarli.
Lessare i piattoni in acqua e sale, Scolarli e ancora caldi condirli.
Per mio marito ho condito i piattoni nel modo più semplice consentito, sale, mini spruzzatina di pepe, olio e abbondante aceto ... uova tagliate con l'affetta uova
Per me, ho messo il condimento nella terrina con olio, aceto sale, pepe e curcuma, mescolato con la forchetta, inserito le tegoline calde, mescolato bene e inserito le uova ... il bianco a pezzetti e il giallo intero e schiacciato alla fine per fare una buona puccetta con il pane fresco.
Libidine, ci vuole poco per saziarsi e devo dire che questo è stato un vero pranzo da re primaverile.


I piattoni sono dei fagiolini dalla forma allungata e piatta. 
Il colore è verde panno militare  e come i classici fagiolini si mangiano per intero, scartando solo il picciolo e la codina e non devono essere sgranati.
Pensandoci bene, la prossima volta metto un solo uovo a testa e il tonno, ma ieri andavano benissimo così.

Costine di maiale al forno

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Buone buone, e cucinate semplici gratificano in pieno.
Fatte al forno con delle gustosissime patate di montagna, un vasetto di fiori che ci ha rallegrato e via, anche oggi il pranzo è stato fatto, cotto e mangiato.


COSTINE di MAIALE al FORNO
per 2 porzioni

12 costine di maiale magrissime
1 bustina di aromi ariosto
6 patate
olio pochissimo
sale NO, gli aromi ariosto sono già salati

Accendere il forno a 180°.
In una teglia da forno versare un filino di olio, appoggiare le costine e girarle nel poco oio versato.
Sbuciare, lavare le patate e inserirle nella teglia intere.
Coprire con un foglio di alluminio la teglia.
Cuocere per 20 minuti circa, girare le costine e aggiungere un filo di brodo vegetale bollente.
Continuare la cottura per una mezz'oretta ancora, finchè patate e carne siano cotte.
Quelle che vedete sono costine e patate rimaste per il giorno successivo.


Quelli che vedete sotto, sono bucaneve e pervinche che mi ha raccolto la mia metà, nel bosco.
Pochi, giusto per portare un poco di primavera in casa.






Costolette del divin porcello

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Dicono tutti "il divin porcello", da lui hai tutto e se non andiamo neppure tanto lontano nei tempi, il maiale nella porcilaia era oro.
Mangiava di tutto, non ci voleva molto per allevarlo e alla fine ti donava ogni ben di Dio.
Che frenava era il rigore della Pasqua "carni levare" ... non si mangiava carne di nessun tipo, ma intanto in cantina maturavano i salumi ... uno più buono dell'altro.
Di lui non scartavi nulla, neppure le ossa che ancora qui in montagna vengono conciate, affumicate e danno un ottimo sapore ad un minestrone, ad uno stufato o altro.


COSTOLETTE del DIVIN PORCELLO
per 3 porzioni

due righe di costolette attaccate e "magrissime"
6 patate intere
1 bustina di sapori odorosi pronti ariosto
olio e solo se occorre un poco  sale

Scaldare il forno a 200°
Introdurre la teglia da forno con pochissimo olio, che governa due belle file di costolette di maiale belle magre..
Soffriggere per una decina di minuti, tenendo sul recipiente  un foglio di carta stagnola che tenga morbide le carni.
Appena tutto è soffritto, introdurre le patate, spelate, lavate e possibilmente lasciate intere,
Portare a cottura, aggiungendo brodo vegetale sino a cottura ultimata.

Mammaredda mia, ma perchè devo farvi vedere solo i rimasugli !!! Orsomio si avventa subito sul piattino pronto e io dopo i profumi non sono mai da meno e mi ci avvento pure io.
In ogni caso ne è rimasta una buona porzione rimasta in frigor per il giorno dopo.




Oggi Brontolo a più non posso

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OGGI BRONTOLO A PIU' NON POSSO

Vi dispiace togliere quel fastidioso

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Cazzarola, non si riesce mai a indovinare un cavolo di niente e mi dispiace molto non poter rispondere a delle amiche che meritano.
Dopo anni e anni che navigo nei bellissimi blog, tento di inserire un commento, ma alla fine devo rinunciare e credo di non fare una bella figura perchè sembrs che io non voglio rispondere.
Scusatemi, ma il tempo è cambiato e anch'io sono diventata come il tempo.

Ogni volta mi sento come questo pollo arrabbiato

Spezzatini con brodo di polenta

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Freddo, nevischio sulle cime, voglia di cose buone e calde eee ... allora via di spezzatini col brodo di polenta.
Mia suocera usava spesso il brodo di polenta per arricchire spezzatini, stufati, il salame nell'aceto e altro e quindi ieri mi sono lasciata tentare, era da tanto tempo che non lo facevo.
Orsomio molto soddisfatto.

Avevo delle briciole di formaggio e le ho messe nel mio piattino mmmmmhhhhhh

SPEZZATINI con BRODO di POLENTA
per 2 porzioni

500 g di spezzatini di maiale
1 cucchiaio di soffritto già pronto
3 manciate di farina di polenta istantanea
condimento ... l'ho dimenticato
1 dado per arrosti maggi
sale solo se serve
pepe o peperoncino

A freddo nella pentola a pressione inserire gli spezzatini ancora congelati, il soffritto, il dado maggi e 2 bicchieri piccoli di acqua.
Chiudere con il coperchio e appena inizia a fischiare moderare la fiamma e cuodere per 30 minuti.
Spegnere il fuoco, lasciar uscire tutto il vapore e togliere il coperchio.
Controllare la cottura degli spezzatini, salare se occorre e pepare.
Fate in modo che ci sia ancora un pò di sugo liquido, sfarinare con 3 manciate di farina di polenta istantanea, mescolare velocemente per non formare grumi e cuocere ancora una decina di minuti.

*** Mi sono dimenticata di mettere il condimento, ma vi assicuro che non abbiamo sentito la mancanza.
*** Gli spezzatini di maiale cuociono in fretta nella pentola a pressione
*** Gli involucri di questi dadi per sughi di carne, contiene 2 quadrotti di dado, ne basta uno solo
*** Come accompagnamento abbiamo fatto un'insalatina mista con cipollotto fresco, pomodoro e un paio di foglie di insalata pan di zucchero






BRODO DI POLENTA
O sfarinate la farina nel sugo come ho scritto,
oppure
mettete a bollore un poco di acqua con poco sale (mi raccomando), appena inizia il bollore sfarinate la farina di polenta e appena inizia ad addensare, unitela al sughetto.
Gnam gnam

Polenta e latte a modo mio

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In autunno andavo a raccattare qualche smarrita pannocchia, sempre dopo il raccolto.
Queste mio padre le barattava coi castagnari: una misura di granturco per una eguale misura di castagne, da serbare per la notte dei santi e dei morti.
La polenta mi piaceva: era profumata e calda. Nel latte poi, "quando c'era", o col formaggio "sempre quando c'era"!, aveva un sapore di miele.
Provate voi a mangiare polenta e latte bolliti insieme.
Vorrei scommettere ... nessun ricco ha mangiato mai i suoi pasticcini con tanta fame e gusto, come io addentavo quelle fette d'oro.
Queste sono le parole di "David Maria Turoldo" trovate in un librino "Il mio vecchio Friuli".
Vi parlerò di lui più avanti, vi parlerò della sua sensibilità e del suo amore per il Friuli.
Qui le giornate sono ancora corte, alle 5pm  il buio ti invita a rintanarti in casa e pensi subito ad una buona cena calda.
Questa sera volevo preparare una minestra di semolino, ero convinta di averne ma neppure ho visto l'ombra di un sacchettino di semolino semivuoto.
Evabbè, ho preparato una minestra di polenta e latte molto gradevole e così la nostra cenetta è risultata all'altezza della fredda serata e mentre cenavo mi sono rammentata delle parole di Padre David Maria Turoldo.


POLENTA e LATTE a MODO MIO
per 2 porzioni

200 g farina di polenta istantanea
acqua
sale
60 g burro
60 g montasio grattugiato
latte freddo scremato

Portare a bollore l'acqua, salare e versare la farina mescolando velocemente.
Quando l'acqua è stata quasi assorbita, unire il burro e il formaggio.
Mescolare, versare nei piatti e aggiungere latte freddo.
Se la polentina rimane morbida, è meglio.




Provate, vi assicuro che è una cena calda e perfetta per le serate fredde dell'inverno.

San Giuseppe auguri a tutti i papà

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19 marzo SAN GIUSEPPE
FESTA del PAPA’


SAN GIUSEPPE - FESTA del PAPA’
Tanti auguri a tutti i papà del mondo 

Questa festività da tempo immemore è ricordata il giorno di San Giuseppe il 19 marzo.
In Vaticano e in Canton Ticino è festa di precetto, mentre da noi questo riconoscimento fu abolito il 5 marzo 1977.
In Canton Ticino, in altri Cantoni della Svizzera e in alcune provincie della Spagna, questa data è considerata festiva agli effetti civili; in Italia nonostante alcuni disegni di legge presentati alla Camera e al Senato per il ripristino della festività di San Giuseppe e di altre soppresse a suo tempo, non è stato fatto nulla.
Dai miei ricordi, a scuola scrivevamo con orgoglio la letterina per il papà e a S.Giuseppe, che era festa,  a pranzo la nascondevamo sotto il piatto …
Grande era la nostra gioia quando il papà la trovava, la leggeva con gli occhi umidi ed era felice per il pensiero che avevamo avuto.
Questa tradizione ora non c’è più, non è più festa e i bimbi non portano più a casa la letterina per il papà.
Legate a San Giuseppe ci sono vecchie tradizioni che ancora resistono, le Tavole di San Giuseppe in Sicilia e in Salento, chi intende effettuare un voto, allestisce in casa un tavolo sul quale appoggiano un’immagine del Santo e sul quale vengono messe verdure, pesci freschi, uova, dolci, frutta, vino.
Quindi sono invitati familiari e amici e persone abbienti a mangiare fra canti e preghiere.
Tradizione di questa festa è la frittura, nota come “Frittelle” …
Quindi a Firenze e a Roma, “frittelle”
a Napoli e in Puglia, “zeppole”
a Palermo “Sfincie”
In Canton Ticino e Lombardia “Tortelli di San Giuseppe”.
A bologna "Raviole"
In Calabria "ravioli dolci con ricotta"
A Gravina in Puglia si prepara la focaccia di San Giuseppe “u ruccl” (dialetto gravinese) che è un calzone ripieno di “cipollotti sponsali”, uvetta, alici sotto sale o sott’olio e arrotolato a spirale.
... e poi tanti altri perchè ogni regione e anche tanti paesi, hanno dolci diversi.

Uova pochè ovvero in camicia

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Mio cugino si statà sganasciando dal ridere, ma ve la racconto ugualmente.
Alla mia veneranda età non sono mai riuscita a cucinare le uova in camicia. Se volete vi cucino molto bene le uova in Cereghin o meglio le uova all'occhio di bue, ma ogni volta che ho provato a cuocere le uova in camicia, mi sono sempre scappate come l'uovo che vedete nella gif.
Bè ragazzi, quando ho tempo mi piace esplorare nei blog portoghesi e spagnoli, di amici ne ho tanti e gira e rigira proprio nei blog spagnoli mi sono imbattuta in queste meravigliose uova in camicia.
Facili da cucinare e di sicuro effetto.


HUEVOS POCHÉ 
ovvero in CAMICIA
per 2 porzioni

cellophane da cucina
4 uova
una spruzzata di pecorino grattugiato
olio poco

per Carlo normali
per me  2 rondelle di cipollotto 2 rondelle di insalata

Appoggiare il cellophane in una ciotola, rompere sopra l'uovo e scartare il guscio.
Versare un goccino di olio e spolverare con pecorino grattugiato.
Nelle mie uova ho appoggiato prima insalata e cipollotto e poi uovo, pecorino e olio.
Raccogliere bene i lembi del cellophane e chiudere in modo che non esca nulla.
Chiudere con i laccetti o con spago da cucina
Portare a bollore l'acqua, appena inizia a fremere inserire le uova e dal bollore cuocere 4 minuti.
Abbiamo accompagnato le uova con barbabietole lessate, lui condite in insalata e io senza nulla.
Ottime !!!
Caro cugino, ti ho insegnato qualche cosina in più.

Appoggiare il foglio di cellophan in una ciotola, rompere l'uovo sopra e scartare il guscio

Versare un goccino di olio e spolverare con formaggio pecorino

Riunire i lembi del cellophane senza lasciare aperture, chiudere con un laccetto o spago da cucina

Pacchettini pronti

Barbabietole lessate ... queste si acquistano crude, non sono quelle già cotte rosso scuro

 Uova nell'acqua in ebollizione

Tolto il cellophane ... et voilà, il pacchettino si è rotto

Senza pasticci, l'uovo deve presentarsi così ... foto del web : http://comidasimples.com/distintas-formas-de-preparar-huevos/




Eclissi del 20 marzo 2015

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Dell'eclissi di ieri ci sono foto a volontà, pero sul mio blog, desidero proporvi quelle fatte dal mio amico Marco.
Di Marco e Angela vi avevo già parlato in altri post, sono amici di Udine che vengono spesso nella casa natia, siamo vicini di casa e la nostra amicizia è collaudata da diversi anni. (quella sotto è la loro casetta)
Inutile dirvi che Marco è un bravo fotografo e che con la sua macchina fotografica le foto sono ancora più belle. Con la mia macchinetta non mi ci sono neppure messa a fotografare l'eclissi perchè avrei fatto ridere i polli.
Buon divertimento


ECLISSI del 20.03.2015

L’eclissi di sole, evento eccezionale, è accompagnato da storie, leggende, superstizioni e paura.
Ve ne fornisco alcune, ma ce ne sono tante altre.

Nel 1504 Cristoforo Colombo, che conosceva bene testi scientifici che ci sarebbe stata un’eclissi lunare, la sfruttò in modo poco ortodosso  per ottenere l’aiuto degli indios della Giamaica.
Aveva bisogno di viveri e altro per far ritorno nella sua terra, ma dopo il drastico rifiuto di quel popolo, fece finta di pregare Dio dicendo più o meno “fai vedere a questi selvaggi quanto sei potente … oscura la luna”.
Cosa che avvenne e convinse i giamaicani a riempire le stive della Pinta, la Nina e la Santa Maria.

C’è poi la leggenda greca che dice che Nell'antica Grecia l'eclissi solare era interpretata come un segnale negativo. Si pensava che gli dei fossero arrabbiati e che l'oscuramento del cielo rappresentasse l'incombere di disgrazie.
La parola eclissi in realtà deriva dall'antica parola "ekleipsis", dal greco "nascondersi". 

La favola vighinga narra che il dio del sole, Sol, viene continuamente inseguito dal lupo Skoll e quando l'animale riesce a catturarlo avviene un'eclissi solare.
Così, quando questo accadeva, la gente faceva un sacco di rumore, sbattendo insieme pentole e padelle, per spaventare il lupo e far risorgere il sole

Ci sono episodi sospesi come il mito italiano che indica come superstizione popolare che i fiori piantati durante un'eclissi solare saranno più luminosi e più colorati che in qualsiasi altro momento.

Infine, per i napoletani, le eclissi di Luna (e solo di Luna) devono essere guardatenon da dietro i vetri della finestra, bensì all’aperto, a viso nudo: e il giorno dopobisognerà correre alla prima ricevitoria del Lotto a giocare il numero 70.

























Over 50 per ridere un po'

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Forza ragazzi, ridiamoci su ... io gli over li ho passati e qualche ricchezza l'ho accumulata, ma mi manca ancora qualche chicca.
Le pensioni diminuiscono a vista d'occhio ma almeno noi over siamo ricchi siamo ricchi.

OVER 50 per RIDERE UN PO'


vignetta presa da faceboock, sta girando allegramente, mi è piaciuta e ho pensato di farvi almeno sorridere un poco.

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